LA MALATTIA PERI-IMPLANTARE (infezione degli impianti dentali)
Abbiamo affrontato a più riprese il concetto della malattia parodontale (o parodontite o piorrea), ovvero l’infezione e
La perdita di un dente è una menomazione che avrà conseguenze più o meno precoci sull’equilibrio neuro-muscolare e funzionale.
Gli impianti sono a tutti gli effetti VITI che inserite nel tessuto osseo sostituiscono, artificialmente, le radici di uno o più denti naturali mancanti.
L’utilizzo degli impianti crea le condizioni per ridare efficienza masticatoria, estetica ed equilibrio articolare e muscolare a pazienti che per vari motivi hanno perso uno o più denti. I moderni concetti di implantologia che, dalla ricerca degli anni ’60 ad oggi salvo qualche modifica di tipo merceologico, vengono applicati, garantiscono una durata nel tempo che teoricamente non ha limiti.
Le terapie che prevedono l’utilizzo degli impianti dovrebbero essere destinate a pazienti che comprendono l’assoluta necessità:
Il livello di igiene orale è legato alle possibili complicanze degli impianti che sono per lo più di natura infettiva. Non è una novità che prevenzione delle patologie odontoiatriche, NESSUNA ESCLUSA, significa contenere il più possibile la carica batterica della nostra bocca.
La necessità di verifica risiede nel fatto che gli impianti e i denti ad essi collegati sono strutture meccaniche artificiali sottoposte a sollecitazioni masticatorie continue e quindi usura ( i carichi masticatori possono superare i 70 kg). Per questo motivo le vostre ricostruzioni implantari (come l’automobile che esegue il tagliando periodicamente) devono essere periodicamente verificate.
I 2 punti precedenti da soli spiegano il motivo per cui gli impianti possono funzionare e non dare problemi per 40 anni o, per così dire, 4 anni (o anche meno). Gli interventi che prevedono l’inserimento di impianti sono in genere assolutamente indolore e piuttosto rapidi.
L’uso di anestetici locali è sufficiente fatte salve specifiche richieste del paziente legate a fobie che possono richiedere tecniche di sedazione più o meno profonda al fine di controllare stress emotivi, tensioni e carichi psicologici evitabili).
Caso di giovane paziente che perde per un trauma i 2 incisivi centrali già ricoperti
Esempio di protesi completa supportata da 6 impianti
Prima & Dopo la ricostruzione completa
Gli impianti dentali devono essere inseriti nell’osso. Quindi la presenza di un adeguato volume di osso è fondamentale per poter eseguire una terapia che preveda l’utilizzo di impianti.
COSA SUCCEDE SE IL PAZIENTE NON HA UN VOLUME DI OSSO SUFFICIENTE ?
Innanzitutto i defetti di volume osseo vanno verificati con una radiografia 3D ( Tridimensionale ). La Ortopantomografia, che è Bidimensionale, è un’indagine assolutamente inadeguata.
Da anni esistono varie metodiche affidabili di Rigenerazione dell’osso. Entriamo nell’ambito della Chirurgia Ricostruttiva. Essa prevede un intervento chirurgico più o meno esteso che viene comunque eseguito in ambulatorio. I materiali impiegati per la tecnica rigenerativa variano in base al metodo impiegato che a sua volta dipende dal difetto di osso da risolvere. Le tecniche possono prevedere l’impiego di:
– griglie di titanio
– membrane di PTFE o di collagene animale
– viti o chiodi per fissare griglie o membrane
– granuli o blocchi di osso animale, osso sintetico, osso dello stesso paziente o miscele di essi
Le tecniche, SE ESEGUITE DA MANI ESPERTE, hanno percentuali di successo che sono prossime al 100%.
Il nostro studio svolge attività chirurgica, ricerca clinica e attività didattica da oltre 20 anni nell’ambito delle tecniche ricostruttive.
Abbiamo affrontato a più riprese il concetto della malattia parodontale (o parodontite o piorrea), ovvero l’infezione e
Meglio un impianto o un dente naturale? “Non possiamo togliere tutto e mettere gli impianti così facciamo
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