Differenza tra dente naturale e impianto

Meglio un impianto o un dente naturale?

“Non possiamo togliere tutto e mettere gli impianti così facciamo prima?!” Spesso, dai pazienti (ma purtroppo anche da molti dentisti), ci sentiamo dire questa frase. Pazienti che hanno patologie del cavo orale in corso, che siano carie  molto estese o la malattia parodontale (piorrea).
Il principale obiettivo dei dentisti e dei pazienti dovrebbe essere quello di preservare, il più a lungo possibile, i denti naturali e ricordare che la radice artificiale, ovvero l’impianto, non è così semplice da mantenere in salute.

VEDIAMO IL PERCHÉ.

Il dente naturale è un elemento vivo, immerso ed ancorato all’osso grazie a tanti “fili” che nel complesso si chiamano Legamento Parodontale . Grazie a varie strutture quali, il nervo, il legamento parodontale e il plesso di vasi e nervi, il dente raccoglie una serie di messaggi, comunica con il sistema nervoso centrale e quindi genera delle sensazioni come fastidio, dolore che rappresentano sistemi di difesa essenziali durante la masticazione.
Al contrario l’impianto è un sistema inerte, ancorato DIRETTAMENTE all’osso, è privo di legamento parodontale, plesso vascolare e sistema neurosensoriale. L’assenza di queste componenti impedisce un meccanismo di assorbimento dei carichi e quindi di difesa all’eccesso di sollecitazione masticatoria.
Quindi una totale insensibilità alla stimolazione diretta e alla pressione masticatoria.

La grande (e INSIDIOSA ) differenza risiede però nel meccanismo di reazione di fronte all’infezione batterica. Le difese immunitarie dell’organismo, per proteggerci dagli agenti infettanti, creano una reazione dei tessuti alla base di tutte le malattie parodontali (reazione che riscontriamo nella piorrea). Gli impianti si ammalano più rapidamente rispetto al dente naturale proprio perché non sono circondanti da tutte quelle strutture (vasi, nervi, legamenti, recettori sensoriali…) che permettono una protezione. È difficile gestire la mucosite (infiammazione della gengiva intorno all’impianto) e ancor di più la perimplantite (malattia della gengiva e dell’osso intorno all’impianto) che in molti casi provocano la perdita dell’impianto e la distruzione dell’osso. Questa perdita tra l’altro si riflette anche su altri aspetti che sono: il tempo (che il paziente ha speso e dovrà spendere ancora), la menomazione masticatoria, i riflessi estetici e non ultimi quelli economici.

Ci sono essenzialmente 2 sistemi per difenderci da questi sgradevoli eventi:
1 riguarda il dentista che deve BEN SELEZIONARE IL PAZIENTE destinato a ricevere la terapia
(GLI IMPIANTI NON SONO PER TUTTI)
2 le manovre di igiene orale domiciliare e professionale al fine di prevenire il deposito di placca batterica attorno all’impianto e responsabile del FALLIMENTO.

COME PULIRE GLI IMPIANTI?

Non è così semplice ma è fondamentale! Ovviamente, come sapete, solo lo spazzolino non basta. Non esiste una regola universale per tutti i pazienti perché ognuno ha lavori protesici diversi e spazi interdentali differenti ma i presidi che solitamente consigliamo sono:

  1. scovolino
  2. filo interdentale specifico
  3. spazzolino angolato almeno una volta al giorno.

Tutti impiegati con una sequenza logica.

1. Scovolino

Lo scovolino è indicato per la pulizia delle protesi su impianti che hanno spazi interdentali abbastanza ampi da far passare questo strumento senza traumatizzare la gengiva. Quindi il modello e il diametro devono essere della dimensione corretta senza causare pressione o sanguinamento. Il movimento da compiere è dall’esterno all’interno.

2. Filo Interdentale SUPERFLOSS

Il SuperFloss è un filo specifico per la pulizia degli spazi soprattutto tra denti che sono uniti tra loro (in caso di ponte su impianti il filo interdentale classico non va bene perché non passa tra dente e dente). Questo particolare filo va inserito dal lato e poi fatto passare con la parte spugnosa sotto il ponte, tra dente finto e gengiva

3. Spazzolino Angolato

Lo spazzolino angolato permette una pulizia più accurata e dettagliata grazie alla piccola testina. Quindi utilizzarlo al termine della pulizia quotidiana sulle superfici interne, zona di difficile accesso con lo spazzolino classico, per andare a rifinire e perfezionare la procedura.
Chiedete sempre consiglio alla vostra igienista di fiducia che vi saprà consigliare lo strumento più adatto a voi!

A cura della  Dott.ssa  Marzia Boifava, Laureata in Igiene Dentale, Università San Raffaele – Milano –

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